La storia della Malga

La storia 

Malga Tragonia  (da libro Timilin)

STORIA
Le notizie su questi pascoli risalgono addirittura al 2 novembre 1257, quando Ludovico e Paolo Scurido di Meduno vendono al Comune di Forni di Sopra i diritti che loro competevano sul monte Tragonia per 26 denari veronesi e per l’annuo censo perpetuo di un soldo aquileiese da pagarsi alla chiesa di S. Maria di Forni di Sopra. Per secoli, sino ai giorni nostri, ci sono documenti che denotano l’importanza che ha questa grande malga comunale, localizzata sulla destra dell’alto e copioso corso del torrente Tolina, nell’economia della valle.
L’antico nome, trascritto “Travonia”, si presume derivi dalla traduzione di “luogo delle travi”, ma anche altre sono le ipotesi toponomastiche.
Dopo la Grande Guerra viene abbandonato il tipico ricovero quadrato, sostituito dagli attuali due grandi stalloni soprastanti, più razionali e comodi: rimanendo però disagevole il trasporto del latte in casera.
Per la conduzione dei vitelli è collegata a una casera secondaria situata nel bosco di Mudas. L’antica sede che si trovava nel piano di “Spisôsa” è stata sostituita negli anni Venti dalla più consona “Malga dal Aip”, dove si trova tuttora.
Questi alcuni cenni storici sulla malga Tragonia, come citati dal dott. Enrico Marchettano (Bollettino dell’Associazione Agraria Friulana – 1911): “E’ una malga di facile accesso, comoda, in buona giacitura, circondata da boschi resinosi … la casera, col caratteristico loggiato anteriore, è composta di cucina, stanza del latte, magazzino del formaggio, magazzino del burro e, nel piano superiore, dormitori; le logge sono disposte a quadrilatero, sufficientemente riparate. Il carico normale è di 200 vacche da latte, 50 giovenche e 100 vitelli … che stanno in comparto separato detto “Mudas”. Le dejezioni animali vengono sparse coll’acqua sui pascoli ogni 2-3 giorni … apposito operaio provvede al rinettamento dei cespugli, all’ammucchiamento dei sassi, ed è mantenuto dall’ente cooperativo che esercita le malghe. In Tragonia si producono 24-25 quintali di formaggio, 7 di burro e 6,5 di ricotta.”
Nel 1993 l’amministrazione comunale ha avviato i lavori di ristrutturazione che modernizzarono la casera al fine di continuare a essere usata dai pastori. Questo intervento ha sensibilmente modificato la precedente estetica del fabbricato e la distribuzione interna.

CARATTERISTICHE
La malga, situata in ampia vallata ricca di pascoli e di acque, non si discosta dalle tipiche costruzioni alpine dedicate all’alpeggio. Solamente il “tamar” (edificio per il ricovero del bestiame), invece di presentarsi con la classica forma quadrata che affianca la casera, è costituito da due stalloni longitudinali sovrastanti il fabbricato principale. La posizione elevata di questi denuncia chiaramente la sempre presente esigenza di concimazione, con la necessità di conciliare lunghezza e pendenza nella distribuzione del liquame. Questo non avveniva con l’originaria disposizione quadrata ai piedi della casera, dove è ancora evidente il geometrico pianoro.

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